Crea opportunità |
Il commercio internazionale non è
"una lotteria" in cui qualcuno vince ciò che qualcun
altro ha perso. E' un modo di organizzare la società che crea
nuova ricchezza dal nulla,
attraverso una più alta forma di collaborazione sociale. |
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Alcuni ci rimettono, e la soluzione per loro è
la formazione |
Il bilancio complessivo della globalizzazione è positivo,
nel senso che viene creato del valore. All'interno di questo bilancio,
tuttavia, vi sono delle persone
che ci rimettono: si tratta degli uomini e delle donne il cui lavoro
è stato "esportato". |
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Va a beneficio dei consumatori |
E' il profitto la molla che spinge al commercio
internazionale. Ripetuti studi hanno però dimostrato che i
maggiori profitti sono solo temporanei e che, dietro la spinta della
concorrenza, i vantaggi sono presto "passati" ai consumatori
sotto forma di minori prezzi. |
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Riduce la povertà nei Paesi emergenti |
Una critica mossa alle aziende che acquistano nei
Paesi emergenti è che esse sfruttano la manodopera. I lavoratori dei Paesi
emegenti che operano per l'export certamente non condividono questa valutazione.
Al contrario. |
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Rende possibile oltre i confini la solidarietà tra generazioni |
Nei Paesi sviluppati la demografia sta compromettendo
il "patto tra le generazioni" che sta alla base del sistema
pensionistico. Un "patto sociale tra Paesi" è quanto meno
una strada da esplorare per contribuire a risolvere il problema. |
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E' una forza positiva |
La globalizzazione promuove la crescita economica.
La crescita economica incanala le energie
dei popoli verso il perseguimento del benessere, civilizzando lo spirito
di competizione. Il commercio internazionale promuove il contatto
tra i popoli. Entrambe queste forze lavorano per la pace. |
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E' una scelta cosciente per una società
aperta |
La globalizzazione è spesso dipinta
come una forza esterna inevitabile, imposta "dai potentati economici".
Vi sono due bugie in questa affermazione: cha la globalizzazione sia imposta,
e che sia inevitabile. |
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