|
E' UNA SCELTA COSCIENTE PER UNA SOCIETA' APERTA |
La globalizzazione è spesso dipinta come una forza esterna
inevitabile, imposta "dai potentati economici". Essa
è citata per giustificare scelte politiche quali
privatizzazioni, pareggio dei bilanci pubblici, riforme
del mercato del lavoro e delle regolamentazioni
di prodotto. "Dobbiamo farlo -viene detto dai Governi- anche
se non vorremmo".
Vi sono due bugie in questa affermazione: che la globalizzazione
sia imposta, e che sia inevitabile.
Numerosi esempi dimostrano che l'integrazione economica internazionale
pone in realtà ben poche restrizioni
alle possibilità di azione dei governi -primi
fra tutti i poteri di tassare e regolamentare. Le scelte descritte
come "imposte dalla globalizzazione" sono in realtà
scelte di merito,
fatte perché, in ultima analisi, questa è (ad oggi) la preferenza
degli elettori.
Questa da un lato è una buona notizia perchè significa che
non vi è alcun "potentato economico" intento a svuotare di
significato la democrazia, ma dall'altro lato segnala una triste e diffusa
mancanza di
leadership e di senso di responsabilità in molti governanti.
Che la globalizzazione non sia inevitabile, poi, lo dimostra la Storia.
Misurato come percentuale del prodotto lordo mondiale, il commercio internazionale
era molto maggiore ad inizio 1900 di quanto non lo sia oggi.
Il commercio internazionale fu fermato dalla prima guerra mondiale (e per inciso questo arresto fu una
delle cause ultime della nascita dei regimi dittatoriali che provocarono
la seconda guerra mondiale). Solo nella seconda metà del ventesimo secolo
il commercio internazionale lentamente riprese, e con esso si sollevò dalla
povertà un numero crescente di Paesi.
E' assolutamente possibile che la Storia si ripeta, che una combinazione
di interessi consolidati e di mancanza di leadership arresti
nuovamente la globalizzazione.
Questo sarebbe un disastro perchè la globalizzazione è per tutti
una occasione per una vita più aperta e libera, e per moltissimi abitanti
dei Paesi emergenti la miglior speranza per uscire dalla povertà.
|
|